News 20 Marzo 2019

Borgo Trento, la paziente è testimone di Geova
Trapianto completato senza l’emotrasfusione

Paziente testimone di Geova sottoposta a trapianto di fegato evitando l’emotrasfusione.

L’intervento, il primo in tutto il Triveneto, risale al 23 dicembre scorso, ma l’équipe chirurgica dell’Ospedale Borgo Trento (Verona), diretta dal dottor Umberto Tedeschi, ha atteso tre mesi prima di diffondere la notizia. Così da avere certezze circa le non complicanze post-operatorie.

La particolare procedura, effettuata con successo, ha visto quale protagonista una donna sessantenne, I.R. – testimone di Geova – affetta da policistosi epatorenale e conseguente, grave anemia.

Da qui il trapianto d’organo eseguito – rispettando le esigenze della paziente, fermamente contraria all’emotrasfusione – senza l’apporto di sangue ‘esterno’.

L’intervento è durato 5 ore ed i medici del Centro veronese hanno fatto ricorso a più tecniche allo scopo di limitare al massimo le perdite ematiche. Attraverso l’adozione dei protocolli a riferimento, sono stati messi in atto il recupero sanguigno intraoperatorio, l’emodiluizione e si è fatto ricorso a microprelievi. Al termine della seduta operatoria alla paziente è stato somministrato sia Ferro sia Epo.

Trascorsi alcuni giorni in ricovero – fondamentali a monitorare l’andamento dei parametri ematochimici – I.R. è tornata alle proprie occupazioni in buono stato di salute generale.

“Siamo in un ambito piuttosto complesso – commenta il dottor Tedeschi – in cui ci sono diverse problematiche, non solo di metodica ma anche etiche, che richiedono non soltanto la tutela religiosa dei pazienti testimoni di Geova, bensì il profondo rispetto dell’atto donativo e della finalità terapeutica del trapianto stesso: non possiamo permetterci di risultare fallaci. Abbiamo messo in campo tecnologie atte a finalizzare il risparmio di sangue quali, ad esempio, la reinfusione in circolo della risorsa ematica del malato. Già di per sé, il trapianto di fegato rimane un intervento a gestione eccezionale: proprio per questo deve essere valutato con estrema ratio e coordinato all’interno di un bilancio generale di fattibilità chirurgica prima della decisione finale d’iscrizione nella lista definitiva”.

(Fonte: fanpage.it)