News 19 Marzo 2018

Meno trapianti in Sardegna, allarme Prometeo
“Molte famiglie dicono no alle donazioni”

Trapianti in diminuzione:- 36 in 12 mesi. La Sardegna sta arretrando.

A lanciare l’allarme è il presidente dell’associazione dei trapiantati Prometeo-AITF Onlus, Giuseppe Argiolas (nella foto).

Uno scenario che si fa ancora più buio se si considera l’aumento delle opposizioni alle donazioni d’organo: +27%.

I dati, con tanto di percentuali corredate, arrivano dall’intervento del presidente Argiolas in risposta al consigliere regionale Cesare Moriconi (PD) autore, quest’ultimo, dell’interrogazione che ha per tema la nomina del coordinatore del Centro Regionale Trapianti.

Nel 2017 in Sardegna i trapianti eseguiti risultano solamente 62: 3 per cuore, 33 per rene, 25 per fegato e 1 per pancreas; rispetto ai 98 del 2016 e ai 52 del 2015 (un anno nero per la trapiantologia con diversi decessi in lista d’attesa).

“A marzo di quest’anno – commenta Argiolas – sono solo una decina i trapianti effettuati complessivamente al Brotzu di Cagliari per mancanza di donatori”.

L’Associazione Prometeo-AITF Onlus punta l’attenzione sull’incremento, più che consistente, dei no alle donazioni da parte delle famiglie sarde: dal 19% del 2016 si è rapidamente saliti al 27% nel 2017. Ciò nonostante il continuo impegno degli operatori delle Rianimazioni nell’osservazione di morte encefalica.

Da qui la media regionale più bassa in rapporto al dato nazionale: i donatori in Sardegna assommano a 23,5 per milione di abitanti contro i 28,7 per milione di abitanti dell’Italia.

Numeri – dice Argiolas – che impongono una scelta immediata: come Sardegna dobbiamo decidere una volta per tutte di quale campionato vogliamo essere partecipi: quello di Serie A, accanto a realtà come Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto; oppure accontentarci di stare in Serie B assieme ai territori del Sud in cui donazioni e trapianti “segnano il passo”. E dai quali – aggiunge Argiolas – tanti cittadini partono, compiendo viaggi della speranza in direzione di Pisa, Torino, Padova e Bologna.

Dopo l’istituzione nell’isola del Centro Regionale Trapianti, secondo Argiolas occorre ora procedere rapidamente alla nomina del coordinatore: figura da tempo vacante.

Un professionista che operi a tempo pieno e “che dovrà portare la sua squadra, la Sardegna dei trapianti, nella massima divisione“.

(Fonte: La Nuova Sardegna – Edizione di Sassari)