News 17 Settembre 2018

Fegato ‘aggiustato’ e trapiantato in un 71enne
Cescon: “Funzionerà come l’organo standard”

“Aggiustare” un fegato e trapiantarlo nel paziente di 71 anni, affetto da tumore epatico, in lista d’attesa.

È quanto raccontato dalle colonne del quotidiano La Repubblica, in occasione dell’intervento, che ha dell’eccezionale, con protagonisti, nei primi giorni di settembre, il chirurgo Matteo Ravaioli e l’équipe del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna.

Il fegato destinato al 71enne era purtroppo lesionato, perché lo sfortunato donatore risultava morto in un incidente stradale.

Ma i medici emiliani, forti della loro esperienza acquisita sul campo, lo hanno “aggiustato” e cucito per bene per poi impiantarlo, con successo, nell’uomo entrato in sala operatoria.

“Siamo andati a prelevare il fegato in un ospedale fuori Bologna – spiega Ravaioli al cronista de La Repubblica -. Nessun Centro lo ha voluto trapiantare perché giudicava l’intervento troppo rischioso. Non era un’operazione semplice, vista anche l’età del paziente. Tutto questo è stato possibile grazie ad una squadra che lavora e prende le decisioni assieme”.

Così, sia la riparazione sia il trapianto sono andati per il meglio e nel 71enne si sono riaccese le speranze di una vita migliore.

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Epateam.org in occasione di questo importante risultato trapiantologico, ha rivolto alcune brevi domande al professor Matteo Cescon, Direttore U.O Chirurgia Generale e dei Trapianti del Policlinico Sant’Orsola Malpighi.

Professor Cescon, in che modo è stato “aggiustato” il fegato lesionato? Si eliminano le parti malridotte e viene modificato nel volume?

“Il fegato con un trauma può essere riparato in due modi: asportando la parte lesionata, riducendo l’organo come si fa per i trapianti “split”; riparando la lacerazione del parenchima o il vaso danneggiato. In questo caso è stato suturato il parenchima e suturata la vena sovra-epatica sinistra”.

Che tipo di preparazione è necessaria per un fegato con questo “gap” iniziale?

“Durante la fase del prelievo bisogna controllare l’emorragia e prelevare l’organo facendo attenzione a non peggiorare la lesione. Durante la preparazione al banco, l’organo va preparato e riparato nelle parti lesionate”.

Perché era stato rifiutato da un altro Centro?

“L’organo era stato rifiutato presumibilmente perché queste caratteristiche possono determinare problematiche emorragiche durante il trapianto e dopo il trapianto nel caso la riparazione non sia efficace”.

Funzionerà allo stesso modo di un altro fegato?

“Se la riparazione è efficace e il trapianto non ha altre complicanze (come in effetti accaduto) funzionerà come un fegato standard”.

Avrà bisogno di un monitoraggio nel tempo più accurato?

“Il monitoraggio è stato più accurato nei primi 10 giorni dopo il trapianto. Il paziente ha eseguito un’ecografia tutti i giorni, inizialmente due volte al giorno e una TAC dopo una settimana. Questi esami hanno confermato la buona riuscita della riparazione e in seguito i controlli procederanno in maniera standard”.

Sarà più soggetto ad ammalarsi rispetto ad un altro organo?

“Il fegato avrà un andamento uguale agli altri organi trapiantati”.

L’aspettativa di vita risulterà identica? La qualità della vita potrà risentirne? 

“Il paziente avrà una vita normale e non risentirà di problematiche relative al trauma; ma dovrà seguire il regolare follow up di tutti i pazienti trapiantati”.