Focus 13 Luglio 2020

Tumore al fegato, uno studio italiano spiega perché il trapianto rappresenta la terapia più efficace

Il trapianto è la cura più efficace contro il tumore del fegato. È quanto risulta da uno studio tutto italiano, coordinato da Int (l’Istituto nazionale dei tumori) di Milano e Centro nazionale trapianti, e pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology.

L’indagine, durata nove anni, è servita per dimostrare il vantaggio dell’intervento chirurgico rispetto alle altre cure nei pazienti con carcinoma epatocellulare: un risultato che potrebbe portare a un nuovo approccio nella lotta contro quella che, secondo dati ufficiali, rappresenta la quarta forma tumorale giù diffusa a livello globale. A 5 anni dal trapianto, la sopravvivenza dei pazienti è pari al 76,8%, mentre quella dei soggetti sottoposti ad altre terapie si ferma al 18,3%: 74 le persone coinvolte nella ricerca, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, con carcinoma non metastatico e trattate con terapie oncologiche.

Il team di studiosi ha diviso i pazienti in due gruppi, uno coinvolto nel trapianto di fegato, mentre per l’altro sono proseguiti i trattamenti non chirurgici: dopo 5 anni, la sopravvivenza di coloro che avevano ricevuto un organo nuovo è stata quattro volte superiore rispetto agli altri. Che questa forma tumorale sia la quarta più diffusa lo confermano i numeri: il 79% di tutti i casi di cancro riguarda il fegato. In Italia sono circa 12mila le persone a cui, ogni anno, viene diagnosticato, soprattutto negli uomini (più del doppio rispetto alle donne). Bassa la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, pari a circa il 5%, dovuta in gran parte al fatto che questo tipo di tumore non si previene se non evitando di esporsi a fattori di rischio e cercando di mantenere il più possibile stili di vita sani per contrastare forme di epatite, obesità e cirrosi.

Nove sono stati i centri della Rete nazionale trapianti coinvolti nello studio: l’Istituto Nazionale dei Tumori IRCCS di Milano con il Dipartimento di Oncologia dell’università di Milano, l’ospedale Ca’ Granda di Niguarda con l’Università Bicocca, l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, la Città della Salute e della Scienza e l’Università di Torino, il Policlinico IRCCS di Milano, l’ospedale e l’Università Politecnica di Ancona, l’Università Tor Vergata e Sapienza di Roma, e l’ISMETT di Palermo.