Focus 12 Aprile 2021

Trapianto di fegato, liste d’attesa ancora lunghe. Epatocarcinoma e cirrosi le patologie più diffuse

Sono oltre 8mila i pazienti iscritti nelle liste d’attesa del SIT (il Sistema informativo trapianti), di cui più uomini che donne, e che possono arrivare ad aspettare anche due anni prima di ricevere l’organo di cui hanno bisogno. È questa la situazione nel nostro Paese secondo i dati ufficiali del Centro nazionale trapianti.

Per la precisione, i pazienti in questione sono 8291. Oltre 6mila attendono un rene, poco più di mille un fegato, mentre quasi in 700 sono in attesa di un nuovo cuore. Minore la percentuale di coloro che necessitano di un trapianto di polmone o di pancreas. Sono 164 coloro che hanno bisogno di un trapianto multiorgano e sono contemporaneamente iscritti in più liste. Il 15,5% di chi è in attesa (1.287) ha già ricevuto in passato un organo ed è in attesa di un ri-trapianto: nella quasi totalità dei casi (97,5%) si tratta di rene, ma ci sono anche 5 pazienti che hanno bisogno di un secondo trapianto di cuore e 13 di un altro fegato.

Come spiega il direttore del CNT, Massimo Cardillo, “i pazienti in lista d’attesa sono ancora troppi e l’unico modo per dare il prima possibile una speranza di guarigione a queste persone è incrementare il numero delle donazioni di organi. Purtroppo la percentuale di chi si oppone al prelievo supera ancora il 30% e diventa sempre più urgente diffondere una corretta informazione per superare le paure e le false credenze ancora presenti nell’opinione pubblica”.

Sono più uomini che donne ad attendere un nuovo organo, quasi il doppio: 64% contro 36%, una prevalenza che diventa più marcata nel caso della lista del cuore, nella quale i maschi sono l’80%. L’unico organo per il quale la lista d’attesa vede una lievissima maggioranza femminile (52%) è il polmone. Oltre la metà dei pazienti (52%) ha un’età compresa fra i 40 e i 60 anni, un terzo (33%) ha più di 60 anni, il 15% ha meno di 40 anni. I pazienti pediatrici sono 202: il più giovane iscritto in lista ha solo 7 mesi e aspetta un cuore. Ma il trapianto è un’opportunità anche per tanti anziani: l’anno scorso a Milano un 81enne ha potuto ricevere un rene nuovo.

L’attesa media per chi deve sottoporsi a un trapianto di fegato è di 5 mesi, almeno nel corso del 2020 la tendenza è stata questa. La situazione cambia in merito agli altri organi: 11 mesi per il pancreas, un anno e un mese per cuore e polmoni, fino ad arrivare a due anni e un mese per un rene. In termini assoluti, è la Lombardia la regione con più residenti iscritti in lista (1.272), ma in realtà è il Molise la regione con la più alta incidenza di persone in attesa di trapianto in rapporto al numero dei residenti, con un indice di 23,6 pazienti ogni 100mila abitanti, quasi il doppio della media nazionale che vede 13,7 pazienti in lista ogni 100mila abitanti. Seguono la Puglia (17,8/100mila), la Liguria (17,2), il Lazio (15,8) e la Sicilia (15,7). Le regioni con una minore prevalenza di pazienti in lista sono il Trentino Alto Adige (6,8 persone in lista ogni 100mila abitanti), la Sardegna (9,8), Veneto e Friuli Venezia Giulia (11,3).

Nelle liste d’attesa italiane sono inclusi anche 38 pazienti residenti all’estero, provenienti da Paesi dell’Unione europea o con i quali l’Italia ha accordi bilaterali che includono lo scambio di organi. La maggioranza arriva dalla penisola balcanica: 10 sono cittadini serbi, 7 bosniaci e 6 croati.

Per quanto riguarda il fegatol’indicazione al trapianto arriva in maggioranza per l’epatocarcinoma associato a cirrosi, mentre sono la policistosi renale e la glomerulonefrite cronica le patologie che conducono più frequentemente al trapianto: insieme costituiscono la diagnosi di quasi un terzo delle persone che hanno bisogno di un rene. Tra chi aspetta un cuore, invece, prevalgono le cardiomiopatie dilatative su base ischemica o idiopatica. Infine, la fibrosi cistica e la fibrosi polmonare idiopatica sono le due patologie più diffuse tra i pazienti in lista per un polmone mentre circa la metà di chi attende un pancreas è affetto da diabete mellito di tipo I.