News 20 Marzo 2018

Reni provenienti da donatori con Epatite C
Ricerca USA dimostra l’idoneità al trapianto

Trapiantare il rene di un donatore con Epatite C non rappresenta rischi per il ricevente.

A questo straordinario risultato sono giunti i ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine che hanno pubblicato gli esiti del loro studio su Annals of Internal Medicine.

Lo studio è nato con l’obiettivo di non “sprecare” i 500 reni in buone condizioni che ogni anno negli Stati Uniti vengono esclusi dalla rete trapiantologica in quanto organi di  donatori colpiti da Epatite C.

L’ANTEFATTO

Negli ultimi 7 anni i trattamenti contro l’Epatite C hanno conosciuto “un’epoca” di notevoli progressi; grazie all’introduzione di farmaci specifici in grado di controllare il 95% dei casi di Epatite C riducendo al contempo gli effetti collaterali.

Da qui l’intuizione dei ricercatori della Johns Hopkins rivolta a sfruttare la grande efficacia dei medicinali di ultima generazione affinché gli organi disponibili, pur provenendo da donatori con Epatite C, potessero accedere alla rete trapiantologica.

Per dimostrare l’esattezza delle conoscenze acquisite, gli scienziati statunitensi hanno ‘scelto’ 10 pazienti in attesa di trapianto di rene da oltre 4 mesi che non potevano contare su alcun donatore. Pazienti  con un’età media di 71 anni; non già trapiantati e non portatori di Epatite C, B o infezione da HIV.

GLI ORGANI

Gli organi destinati al gruppo dei 10 erano appartenuti a persone di età compresa tra i 13 e i 50 anni; positivi all’Epatite C ma non affetti da patologie renali.

Prima di affrontare il percorso verso il trapianto, i ricercatori sono risaliti, dall’esame del sangue dei donatori, al ceppo virale corrispondente. E in vista dell’intervento, i riceventi  hanno assunto farmaci antivirali per bocca (grazoprevir/elbasvir). Terapia protratta nei 3 mesi seguenti la sala operatoria (1 pillola al giorno). A 3 dei 10 è stata aggiunta una dose giornaliera di sofosbuvir (sempre in relazione al ceppo virale del donatore).

IL RISULTATO

In 5 pazienti su 10 nessuna comparsa del virus dell’Epatite C. Nei restanti 5 solo una debole ‘traccia’ dell’agente patogeno nei giorni successivi il trapianto. Traccia totalmente scomparsa con il passare delle settimane. Nessuno dei 10 ha sviluppato l’infezione in maniera eclatante. E tutti i reni trapiantati dimostravano buona funzionalità a 12 mesi dall’intervento.

“Questi 10 reni – scrivono i ricercatori sulle pagine della rivista Annals of Internal Medicine – non sarebbero mai stati utilizzati se non considerati dal nostro studio; bensì eliminati”.

IL FUTURO

Ora i ricercatori americani puntano a replicare identici traguardi all’interno di un trial multicentrico più ampio. Spingendo già il loro orizzonte all’impiego di altri organi provenienti da donatori con Epatite C: inclusi il cuore e il fegato.

(Fonte: EpaC Onlus)