News 14 Novembre 2018

Palermo, all’ISMETT primo trapianto di fegato
nel Sud da donatore “a cuore non battente”

È una buona notizia quella che arriva dall’ISMETT di Palermo.

L’Istituto Mediterraneo per i Trapianti ha eseguito il primo trapianto di fegato, del Sud Italia, da donatore “a cuore non battente”.

A donare gli organi, una donna di 60 anni affetta da SLA che aveva scelto di rifiutare le cure.

L’intervento è stato possibile grazie all’avvio, anche nella regione del Sud, da parte del Centro Regionale Trapianti e da parte dello stesso ISMETT di un nuovo programma che ha l’obiettivo di aumentare il numero degli organi disponibili al trapianto.

E ciò attraverso la gestione di un potenziale donatore mediante l’accertamento della morte dopo arresto cardiaco e successivo supporto degli organi, prima del prelievo, per mezzo di un’apposita tecnica di circolazione extracorporea.

Il trapianto da donatore “a cuore non battente” si differenzia dal protocollo tradizionale, poiché il decesso del paziente-donatore viene dichiarato a seguito della non più presente attività cardiaca ed il prelievo effettuato rispettando il periodo di osservazione clinica di 20 minuti (a conclusione del processo d’accertamento della morte).

Questa procedura consente l’utilizzo del fegato grazie ad una particolare tecnologia, l’ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxigenation) in grado di mantenere l’ossigenazione e la normale temperatura corporea ritardando il danno da ischemia che comprometterebbe l’idoneità dell’organo al trapianto.

Il ricevente, affetto da tumore epatico e cirrosi, sta recuperando tramite un regolare decorso post-operatorio – spiega Salvatore Gruttadauria, direttore del Dipartimento per la Cura e lo Studio delle Patologie Addominali e dei Trapianti Addominali -. Il prelievo di organi da un donatore a cuore fermo – fa eco Bruna Piazza, direttore del Centro Regionale Trapianti Sicilia – è un intervento complesso pure dal punto di vista organizzativo, a partire dall’intero sistema delle emergenze e dalle équipe mediche e sanitarie coinvolte”.

(Fonte: healthdesk.it