News 24 Settembre 2018

Funghi tossici: quali i pericoli della raccolta
e come comportarsi in caso di avvelenamento

L’inizio della stagione autunnale coincide, per molti appassionati, con le prime uscite a funghi nei sottoboschi della Penisola. Tuttavia la loro raccolta non è ‘argomento’ per principianti.

E proprio per questo motivo esiste uno specifico tesserino, rinnovabile, che abilita nella ricerca, fermo restando l’imperativo che ogni specie messa nel cestino dev’essere comunque ed obbligatoriamente presentata all’ALS di competenza per un controllo da parte del micologo incaricato.

I casi di avvelenamento, purtroppo, ogni anno anno affollano le pagine dei quotidiani locali, segno dell’imprudenza di tante persone. L’ultima, tragica vicenda rimbalzata in cronaca è quella di Rocca di Papa (non lontano da Roma) che ha visto protagonista un’intera famiglia cibatasi di Amanita phalloides colta per errore insieme ad alcuni porcini.

Il bilancio della brutta avventura parla da sé: due morti e un trapianto di fegato in regime di estrema urgenza eseguito al Policlinico Umberto I della Capitale.

Quanto accaduto a Rocca di Papa, suggerisce, ancora una volta, di porre la massima attenzione su alcune informazioni di fondamentale importanza per l’incolumità dei fungaioli.

I pericoli dei funghi

“L’ingestione di alcune specie pericolose, come l’Amanita phalloides – spiega la professoressa Maria Caterina Grassi, responsabile Tossicologia Clinica – Centro Antiveleni (CAV) e Antidroga del Policlinico Umberto I – genera sintomi che possono manifestarsi anche molte ore dopo il consumo a tavola, quando il danno agli organi interni si è già innescato”.

Le fasi

Fase gastroenterica (dopo 6-24 ore dall’ingestione): dolori addominali, nausea, vomito, diarrea profusa, febbre

Fase di remissione (seconda-terza giornata): miglioramento del quadro gastroenterico, alterazione degli indici di funzionalità epatica

Fase epato-renale (quarta-quinta giornata): ittero, ipoglicemia, diminuzione dell’attività protrombinica. Aggravamenti di questa fase: insufficienza renale, coma epatico (necrosi epatica massiva).

Il danno a livello epatico

In questo tipo d’intossicazione si verifica un danno cellulare epatico e renale dovuto alle tossine del fungo (amatossine) che inibiscono l’RNA polimerasi. I sintomi vanno dalla gastroenterite, vomito con crampi addominali severi e diarrea liquida nell’arco delle 6-12 ore (almeno i primi) fino al decesso per insufficienza epatica.

Se i sintomi si verificano oltre le 12 ore dall’ingestione, il paziente può non ricordare di aver mangiato quei funghi.

Tossine resitenti al calore, velenosi anche da cotti

“I funghi con Amatossina (Amanita phalloides) sono tra i più pericolosi; questo tipo di tossina – aggiunge la professoressa Grassi – è altamente stabile e resistente al calore, quindi non viene eliminata da alcuna forma di cottura. Il suo assorbimento epatico e renale porta a necrosi epatica e insufficienza renale”.

La dose tossica di amatossina è nell’ordine di 0,1 mg per Kg: un cappello di Amanita può contenerne 10-15 mg!

Cosa fare in caso d’intossicazione da funghi

Chiamare immediatamente i soccorsi ed allertare il Centro Antiveleni

NON somministrare latte

NON indurre il vomito

Recuperare da vomito e spazzatura i residui di funghi, in modo che possa esaminarli il micologo

ATTENZIONE alle buste di plastica (usare sempre il cestino) e alla conservazione: basta 1 fungo

Contatti utili

06.49978000 numero attivo 24 ore su 24

(Fonte: Policlinico Umberto I Roma – Regina Geloso)