News 16 Gennaio 2020

Farmaci e percorsi diagnostici contro l’epatite C: numeri di un virus che preoccupa l’Italia

Curare l’epatite C è sempre più possibile. Se le statistiche dell’Oms calcolano nel mondo circa 170 milioni di persone affette da questa patologia, i nuovi farmaci introdotti nei protocolli di cura a carico del Servizio sanitario nazionale, consentono di raggiungere, da un minimo di 8 fino a un massimo di 24 settimane, importantissimi risultati di successo terapeutico anche vicini al 100%.

C’è anche l’Italia tra i Paesi più colpiti in base ai dati dell’Ecdc (il Centro europeo per il controllo della malattie), che ha lanciato un vero e proprio allarme perché il virus è presente in Europa con circa 8 milioni di casi registrati: circa un milione le persone colpite nella nostra nazione. Tuttavia, la malattia che riduce sempre più progressivamente la capacità del fegato di lavorare, è curabile, dopo specifici esami clinici che servono a valutare la gravità del danno epatico, attraverso un ciclo terapeutico prescritto all’interno di un centro specializzato. In base alla situazione del singolo paziente, potrebbero essere necessari esami, cosiddetti, “invasivi” come la biopsia epatica percutanea, oggi eseguita esclusivamente sotto guida ecografica, oppure diagnostiche non invasive come ecografie, elastografie ad onde sonore o ultrasuoni.

Proprio per questo, nella giornata di sabato 18 gennaio, dalle 9:30 alle 12:30, nella SS Trinità di Torre del Greco, in provincia di Napoli, l’Associazione “Oltre al cuore” organizza una giornata di informazione e prevenzione dell’epatite C. L’incontro, che ha il patrocinio del comune di Torre del Greco, offrirà occasione di dibattito e confronto tra associazioni di professionisti del settore e pazienti.

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