News 18 Marzo 2019

Atresia biliare, uno studio individua i segnali
che possono condurre al trapianto da adulti

“Gli episodi di colangite, la presenza d’ipertensione portale o varici gastroesofagee nell’adolescenza possono predire la necessità del trapianto di fegato da adulti nei pazienti pediatrici ‘colpiti’ da atresia biliare”.

Queste le conclusioni contenute in alcuni, recenti studi raccolti nel lavoro pubblicato da poco sul Journal of Hepatology.

Nel periodo di transizione dai servizi pediatrici, a cui fanno capo i pazienti/ragazzi fino ai 16 anni, ai dipartimenti che si occupano degli adulti risulta, infatti, di fondamentale importanza possedere alcune informazioni ad hoc come nel caso specifico dei giovanissimi con atresia dei dotti biliari.

ATRESIA BILIARE: COS’È

L’atresia dei dotti biliari è una patologia che colpisce i neonati causando l’infiammazione e l’ostruzioni degli stessi. La bile non riesce più ad essere ‘espulsa’ e ‘torna indietro’ nel fegato: da qui ittero e cirrosi.

I bambini in genere vengono sottoposti all’intervento chirurgico che, purtroppo, non sempre si dimostra risolutivo del problema.

Nello studio condotto da Vandana Jain, del King’s College Hospital (Regno Unito), assieme ai suoi più stretti collaboratori, è stato evidenziato come all’età di 16 anni sarebbe più che utile eseguire l’identificazione di marcatori prognostici negativi (rischio di trapianto di fegato) dei pazienti sopravvissuti.

Per arrivare all’identificazione dei parametri di laboratorio clinici e radiologici associati ad un aumentato rischio di trapianto dopo quell’età, i ricercatori hanno messo sotto lente i dati riferiti a 397 pazienti con atresia biliare che tra il 1980 e il 1996 erano stati avviati alla procedura di Kasai (epatoportoenterostomia, drenaggio della bile dall’organo).

I pazienti ‘portati’ al trapianto di fegato in età adulta avevano una probabilità (significativamente) maggiore di essere andati incontro ad almeno un episodio di colangite attorno ai 16 anni rispetto ai sopravvissuti senza trapianto.

Inoltre avevano una maggiore possibilità di sviluppare ipertensione portale o varici gastroesofagee e di aumentare le dimensioni della milza, in rapporto a chi non sarebbe stato condotto all’intervento.

“I pazienti pediatrici con atresia biliare che sopravvivono con il fegato nativo fino all’età adulta – spiegano i ricercatori – sono ad alto rischio di complicanze ed abbisognano di gestione specializzata. I modelli attuali di valutazione della severità della malattia epatica adulta non sono appropriati per loro”.

(Fonte: pharmastar.it)