Focus 21 Dicembre 2020

Trapianto di fegato tra donatore e ricevente positivi al Covid. Dopo Palermo succede anche a Torino

Anche l’ospedale Molinette di Torino entra nella storia della trapiantologia. Nei giorni scorsi, infatti, è stato effettuato un trapianto di fegato tra donatore e ricevente entrambi positivi al Covid-19. L’intervento è avvenuto grazie al programma avviato dal Centro nazionale trapianti che prevede la donazione di organi salvavita anche tra soggetti positivi al virus.

Lo scorso 8 dicembre, dall’ISMETT di Palermo, era stata dimessa una donna, anch’essa positiva al Covid, che aveva ricevuto il fegato da un donatore con infezione da SARS-CoV-2. Per quanto riguarda l’operazione di Torino, la segnalazione dell’organo era arrivata da Domodossola dove i familiari di una 66enne avevano espresso la volontà di donare il fegato, compatibile per il trapianto nonostante lo screening per individuare la presenza del virus avesse dato esito positivo sia sul tampone nasofaringeo che sulle secrezioni bronchiali. L’offerta dell’organo è stata accettata dal centro di Torino per un paziente in lista d’attesa di 63 anni originario della Calabria e affetto da cirrosi complicata da neoplasia epatica primitiva, compatibile con la donatrice.

L’uomo, che attendeva l’organo da metà ottobre, era risultato per la prima volta positivo al Covid su tampone nasofaringeo il 9 novembre dopo aver avuto per alcuni giorni febbre e tosse. Le sue condizioni respiratorie si erano mantenute stabili ed era stato posto in isolamento domiciliare, senza necessità di ricovero ospedaliero. Scaduti i 21 giorni di isolamento, il paziente era stato visitato il 1° dicembre con il tampone nasofaringeo ancora positivo, mentre gli esami ematici e radiologici avevano evidenziato un chiaro peggioramento della situazione tumorale. La mattina del 10 dicembre il dosaggio su sangue degli anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 aveva mostrato un livello elevato, mentre il tampone nasofaringeo era risultato per la prima volta negativo. Posto di fronte alla possibilità di eseguire un trapianto con il fegato di una donatrice Covid positiva, il paziente aveva immediatamente fornito il suo consenso, ben conscio che l’evoluzione della sua patologia tumorale epatica avrebbe potuto in brevissimo tempo portarlo all’esclusione dalla lista d’attesa.

Così, nella notte tra il 10 e l’11 dicembre, l’équipe del Centro Trapianto Fegato, ha proceduto con il prelievo del fegato della donatrice Covid positiva nella sala operatoria allestita nell’ospedale di Domodossola. Contemporaneamente, il candidato ricevente è stato convocato e sottoposto agli accertamenti pre-operatori necessari per accedere alla sala operatoria per il trapianto. Come di routine in questo periodo di pandemia, è stato sottoposto ad un ulteriore tampone nasofaringeo per ricerca SARS-CoV-2. Dopo poche ore, poco prima di entrare in sala operatoria, il referto del tampone ha evidenziato tracce ancora misurabili del virus. Di fronte all’improvvisa necessità di scegliere se proseguire o meno con il trapianto salva-vita, il bilancio rischi-benefici ha fatto propendere l’équipe medico-chirurgica per andare avanti con il trapianto. La sala operatoria del Centro Trapianto Fegato è stata rapidamente convertita in sala Covid dal personale infermieristico e gli anestesisti dell’Anestesia Rianimazione 2 (diretta dal dottor Roberto Balagna), adeguatamente protetti, hanno proceduto con la preparazione del paziente per l’intervento.

L’intervento, durato 9 ore, è stato eseguito in prima persona dal professor Renato Romagnoli, coadiuvato dai suoi collaboratori. A causa delle condizioni cliniche del ricevente e della necessità di operare muniti di idonei dispositivi di protezione, l’operazione è stata non solo tecnicamente difficile, ma anche particolarmente faticosa. La ricerca del virus sulle secrezioni bronchiali del paziente durante il trapianto ha confermato la presenza di una carica virale. Per questo motivo, come indicato dalla Direzione Sanitaria Molinette, il paziente a fine trapianto è stato ricoverato presso la Rianimazione Covid 1 (diretta dal professor Luca Brazzi). Già 24 ore dopo il trapianto l’uomo, ben risvegliato grazie alla buona funzione del fegato trapiantato, è stato estubato. La ricerca del virus sulle secrezioni bronchiali è risultata ancora positiva in prima e terza giornata post-operatoria, mentre il tampone nasofaringeo si è negativizzato, a testimoniare lo stato di infezione in via di risoluzione. La funzione respiratoria e gli esami radiologici polmonari sono nella norma e il paziente verrà a breve trasferito presso l’Area Semintensiva Chirurgica del Centro Trapianto Fegato.

Ancora una volta, lo sforzo multidisciplinare ha reso possibile quanto fino a poco tempo fa era ritenuto del tutto impensabile: la recente infezione da coronavirus non impedisce dunque la donazione e il trapianto di organi in sicurezza.