Focus 22 Febbraio 2021

Trapianto di fegato, nei laboratori dell’università di Cambridge vengono creati i mini dotti biliari

Nuovi dotti biliari artificiali per rigenerare il fegato da trapiantare o, addirittura, “ripararlo” ed evitare così l’intervento. È quanto sviluppato nei laboratori dell’università di Cambridge e il cui risultato è stato pubblicato sulla rivista Science.

Lo studio è riuscito a dimostrare per la prima volta la possibilità di effettuare il trapianto delle cellule biliari cresciute in laboratorio all’interno di fegati danneggiati. La ricerca si è concentrata su un organo con lesioni ai dotti biliari e, appunto, non considerato adatto all’intervento. I ricercatori sono riusciti a rigenerare il fegato sanando i danni e rendendolo adatto al trapianto. Una tecnica che potrebbe essere utilizzata anche per altre tipologie di interventi riparatori all’interno dell’organismo.

Il ruolo dei dotti biliari è centrale nel processo di smaltimento dei rifiuti del fegato e un loro malfunzionamento è alla base di circa un terzo dei trapianti negli adulti e addirittura del 70% nei bambini (l’atresia delle vie biliari è la patologia più diffusa che porta i piccoli pazienti all’intervento). Vista l’impossibilità di procedere all’infuori delle soluzioni chirurgiche e le lunghe liste d’attesa previste, da tempo si stanno studiando soluzioni alternative per riuscire a migliorare la qualità degli organi così da recuperarne le funzionalità e consentirne il trapianto.

Quanto sviluppato a Cambridge manda un segnale importante. Le cellule biliari della cistifellea sono state convertite in cellule dei dotti biliari generalmente distrutte. Coltivate in laboratorio come organoidi, cioè come gruppi di cellule in grado di crescere e moltiplicarsi con la forma identica a quella dell’organo originale, una volta ottenute sono state impiantate nelle colecisti dei topi dove hanno dimostrato la loro efficacia.

Utilizzando la macchina da perfusione, gli organoidi sono stati impiantati nei fegati dei donatori ottenendo lo stesso risultato e riuscendo quindi, per la prima volta, a recuperare le funzioni dei dotti biliari danneggiati e ripristinando le funzionalità del fegato.