Focus 21 Ottobre 2020

Trapianti da donatore vivente con prelievo robotico
Il policlinico di Modena si conferma un’eccellenza

L’Azienda ospedaliera universitaria di Modena si conferma un polo d’eccellenza per i trapianti da donatore vivente con prelievo robotico. Dopo i numeri straordinari collezionati nel 2019, con oltre 71 trapianti di fegato eseguiti, l’equipe della chirurgia guidata dal professor Fabrizio Di Benedetto, ha segnato un ulteriore traguardo: quello di otto trapianti di rene da donatore vivente con prelievo robotico negli ultimi 11 mesi. Il raggiungimento di questi obiettivi si colloca nell’ambito di un’esperienza che conta 260 interventi di chirurgia robotica e che è stata sostenuta dalla Regione Emilia Romagna con un finanziamento per lo studio del ruolo della chirurgia robotica nella resezione dell’epatocarcinoma nei pazienti candidabili a trapianto di fegato.

Il professor Fabrizio Di Benedetto

Nel 2019 l’AOU di Modena ha realizzato 71 trapianti di fegato e 37 di rene. Lo stesso trend si è registrato anche nei primi nove mesi del 2020, pur nel contesto dell’emergenza sanitaria da Covid-19 in atto. Degli otto trapianti di rene da donatore vivente effettuati, tre sono stati eseguiti su coppie di donatori e riceventi provenienti da fuori regione, nello specifico Toscana, Lombardia e Puglia. L’ultimo caso portato a termine riguarda proprio due sorelle residenti in Toscana, la più grande delle quali è affetta da una malattia policistica, con insufficienza renale cronica non ancora in dialisi. Si tratta pertanto di un trapianto di rene detto “pre-empitve”, cioè eseguito prima di un decadimento severo della funzione renale, tale da costringere il paziente alla dialisi. La donatrice è stata dimessa in seconda giornata post-operatoria e la ricevente è stata dimessa martedì 20 ottobre. Entrambe sono in buone condizioni.

“Una storia di grande umanità resa possibile grazie all’eccellenza della nostra sanità regionale, dei nostri professionisti e della tecnologia – ha commentato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – Il mio obiettivo è investire nella buona sanità, nelle strutture più moderne e tecnologiche, mettendo i professionisti in grado di lavorare nelle migliori condizioni possibili, incrementando la sicurezza dei pazienti. Proprio per questo, tra i progetti regionali, c’è il sostegno allo sviluppo della chirurgia robotica applicata ai trapianti di organi addominali. Attualmente il Centro Trapianti di Modena è l’unica realtà regionale con un programma attivo di donazione di rene da donatore vivente con approccio robotico ed è proiettata a sviluppare nuove applicazioni di questa tecnologia, come per esempio nel prelievo di fegato da donatore vivente. Pertanto, vogliamo dotare anche il Policlinico di Modena della piattaforma robotica, che permetterà di realizzare questi progetti, con grande beneficio per i pazienti”.

La chirurgia robotica è una tecnologia mininvasiva che permette di intervenire con un traumatismo ridotto al minimo e che dunque risulta più sicura e più efficiente in termini di recupero post-operatorio rispetto alle tecniche tradizionali. Come riferisce il Direttore Generale dell’AOU di Modena, Claudio Vagnini, “la chirurgia robotica ha segnato grandi passi negli ultimi anni e noi possiamo dire di averli percorsi tutti. Oggi siamo considerati infatti punto di riferimento nel settore in più ambiti: da quello dell’urologia e della ginecologia a quello della tiroide, a quello, appunto, della chirurgia dei trapianti ed epato-bilio-pancreatica“.

Il programma “Trapianto di rene da donatore vivente con prelievo robotico” si inserisce nel percorso iniziato nel 2014 di chirurgia del fegato, vie biliari e pancreas in chirurgia robot-assistita e per il futuro l’Azienda è pronta ad elaborare ulteriori prospettive: “Le caratteristiche di questa tecnologia – spiega il professor Di Benedetto – permettono di eseguire interventi ad elevata complessità con minore impatto sui pazienti, con una dimissione precoce ed un rapido ritorno alle attività quotidiane, grazie alle piccole incisioni sulla parete addominale che ne rispettano l’integrità e la riduzione delle complicanze. Per il nostro gruppo si tratta di un anno particolarmente importante, avendo intrapreso questo programma di prelievo robotico di rene a scopo di trapianto da donatore vivente nel novembre 2019, portato avanti grazie all’eccellente organizzazione della AOU nonostante le difficoltà causate dalla pandemia. Questo risultato è stato ottenuto grazie al lavoro integrato del gruppo chirurgico, che ho il piacere di dirigere, costituito dal professor Stefano Di Sandro e dai dottori Roberto Ballarin, Gian Piero Guerrini e Paolo Magistri, con il supporto anestesiologico della dott.ssa Elisabetta Bertellini e del professor Massimo Girardis. Il nostro compito consiste nel fornire sempre la maggiore sicurezza e la migliore riuscita a una persona, come il donatore, che attua un gesto di immensa generosità”.

LEGGI l’articolo sul primo trapianto di fegato da donatore vivente a Modena