Focus 04 Marzo 2021

Obesità, i numeri crescono in Italia e nel mondo
Molti i rischi per il fegato anche tra i giovanissimi

Rappresenta una delle principali problematiche di salute pubblica a livello mondiale. Una condizione che il lockdown ha contribuito ad accentuare. Stiamo parlando dell’obesità, una vera e propria patologia con la quale convivono ad oggi circa 800 milioni di persone nel mondo e circa 6 milioni in Italia. Numeri ufficiali dell’ISTAT dicono che nel nostro Paese questa condizione si presenta in un adulto su dieci e, addirittura, in un bambino su 3 nella fascia d’età fino agli 8 anni.

Come ogni anno, il 4 marzo si celebra il World Obesity Day, l’iniziativa globale promossa dalla World Obesity Federation proprio per sensibilizzare sulla conoscenza di questa malattia e promuovere interventi e politiche attive volte a prevenirla e curarla. Diabete di tipo 2, patologie epatiche e cardiovascolari, fegato grasso, sono solo alcune delle conseguenze che possono essere generate dall’obesità. Oltre alle gravi crisi respiratorie che, in questo delicato momento storico, predispongono ulteriormente questi pazienti al contagio da Covid-19. Protection, Understanding ed Education, non a caso, sono i tre claim, le tre parole chiave che proprio la World Obesity Federation ha scelto per veicolare nella maniera più efficace possibile i messaggi utili alla conoscenza di questa forma.

A livello globale, come riporta il sito worldobesityday.org, si stima che le conseguenze dell’obesità possano toccare il costo di 1.000 miliardi di dollari entro il 2025, con un aumento dell’obesità infantile del 60% entro il prossimo decennio, fino a raggiungere i 250 milioni di soggetti coinvolti entro il 2030. Un fenomeno su cui la stessa Organizzazione mondiale della sanità, già in passato, aveva lanciato l’allarme. Un rapporto del Public Health England spiega che nel corso della pandemia i pazienti obesi vanno incontro al doppio delle possibilità di venire ricoverati se positivi al Covid-19: un fattore, quello del sovrappeso, che oltre a rendere più probabile l’ospedalizzazione, aumenta anche il rischio di terapia intensiva e morte.

Stile di vita equilibrato e corretta alimentazione sono solo i primi passi da seguire per prevenire condizioni di questo tipo.