Focus 05 Ottobre 2020

Nobel 2020 per la Medicina, il premio ai ricercatori che hanno scoperto il virus dell’epatite C

Si chiamano Harvey Alter, Michael Houghton e Charles Rice. Sono i tre ricercatori a cui è stato assegnato il premio Nobel per la Medicina grazie alla scoperta del virus dell’epatite C, la causa principale di cirrosi e tumore del fegato.

Secondo dati ufficiali dell’Oms, infatti, l’epatite C colpisce oltre 70 milioni di persone nel mondo e ne uccide circa 400mila ogni anno. Come si legge nelle motivazioni del premio, “grazie ai loro studi è stato possibile mettere a punto dei test del sangue e delle medicine che hanno salvato milioni di vite. La scoperta ha permesso lo sviluppo rapido di farmaci antivirali. Per la prima volta nella storia oggi la malattia può essere curata. Possiamo anche sperare di eradicarla dal mondo”.

Alter è riuscito a isolare dal sangue dei pazienti l’agente infettivo, Houghton ha messo a punto il test in grado di individuare il genoma del virus, mentre Rice ha dimostrato che è il virus in questione a essere l’agente che provoca cirrosi e tumore. Una vittoria scientifica che, grazie ai farmaci antivirali ad azione diretta oggi permette, a differenza del passato, di poter debellare il virus nel 98% dei casi. Uno scenario che, di conseguenza, consente di ridurre le possibilità che il fegato evolva in complicanze gravi e che può avere ricadute notevoli anche nell’ambito trapiantologico. Se prima circa 6 trapianti su 10 venivano effettuati su pazienti con epatite C, oggi queste terapie consentono a circa il 30% delle persone in attesa di ritardare o, addirittura, abbandonare le liste perché non ha più bisogno del nuovo organo.

Tuttavia, fondamentale rimane la diagnosi precoce e la ricerca del “sommerso”, cioè l’individuazione di persone con epatite C che non sanno di essere infette: in Italia i soggetti in questione oscillerebbero tra i 71mila e i 130mila.