Focus 02 Marzo 2021

Livelli elevati di Pcb nel sangue sono correlati al tumore del fegato. Lo dice l’università di Brescia

È un problema con cui molte regioni, in particolare del Nord Italia, combattono da tempo. Uno studio condotto dall’università di Brescia e pubblicato su Scientific Reports potrebbe rappresentare una vera e propria svolta: l’esposizione ai Pcb, i Policlorobifenili (composti organici considerati cancerogeni dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), è correlata allo sviluppo del tumore del fegato.

Quella della contaminazione delle falde acquifere è una storia nota nel territorio bresciano, così come in altre zone. Qui, dagli anni ’30 e fino al 1984, uno stabilimento chimico ha prodotto Pcb e altri organoclorurati determinando una forte contaminazione del suolo, dei sedimenti delle acque superficiali e degli alimenti di produzione locale, compresi quelli di origine animale. Uno studio su un campione casuale di adulti che vivono in città ha mostrato concentrazioni sieriche di Pcb più elevate rispetto a quelle che di solito si trovano nelle persone che vivono in aree industriali e non esposte professionalmente, fino a circa 40.000 ng/g.

Il carcinoma epatocellulare (HCC) rappresenta la forma più comune di tumore del fegato, nonché l’80% di quelli epatici primari in tutto il mondo: nella provincia di Brescia è stata registrata un’elevata incidenza di HCC rispetto ad altre zone italiane. Uno studio condotto nel periodo 1995-2001, su 464 casi e 824 controlli, ha mostrato che i virus di epatite C ed epatite B e il consumo di oltre 60 g di etanolo al giorno, per almeno un decennio, erano responsabili di circa il 90% del totale dei casi verificatisi nell’area. Recentemente è stato dimostrato anche un ruolo della steatosi epatica non alcolica (NAFLD) e della steatoepatite non alcolica (NASH) nello sviluppo del carcinoma epatocellulare, una condizione che un ampio studio multicentrico ha considerato responsabile di circa il 5% dei casi totali di HCC, quindi piuttosto rara almeno in Italia. Tuttavia, non può essere escluso un ruolo di altri fattori, comprese le sostanze tossiche ambientali per lo sviluppo di questo tipo di cancro.

Lo studio è stato finalizzato a indagare la possibile associazione tra esposizione a Pcb e HCC, tenendo conto dei principali fattori di rischio per forme tumorali del genere nei paesi occidentali. Sono stati coinvolti 102 pazienti con HCC: in 40 hanno confermato di aver perso più di 3 chili di peso negli ultimi tre anni. Il confronto tra i casi di HCC con e senza recente perdita di peso ha mostrato che il primo aveva livelli sierici di Pcb più alti rispetto al secondo. Tra i 40 casi di HCC con perdita di peso recente, non è stata trovata alcuna relazione tra la quantità o il tempo trascorso della perdita di peso e i livelli sierici di Pcb. Visto che i casi di HCC con recente perdita di peso possono avere livelli sierici di Policlorobifenili più elevati a causa del loro rilascio dai depositi di lipidi nel sangue, sono stati esclusi dall’analisi che è stata quindi limitata a 62 casi di HCC.

La ricerca ha mostrato livelli di Pcb maggiori nei soggetti con cancro del fegato rispetto a soggetti di pari età e genere, ma senza malattie.