Focus 16 Giugno 2020

Giornata internazionale della NASH, così il mondo si mobilita contro una malattia in costante aumento

Attirare l’attenzione internazionale sugli argomenti più urgenti nella lotta contro la NASH, la steatoepatite non alcolica che colpisce più di 115 milioni di persone nel mondo. È l’obiettivo che il Global Liver Institute si è prefissato quest’anno in occasione dell’International NASH Day, la giornata internazionale della NASH che, come di consueto, ricade il 12 giugno.

La novità di quest’anno ha visto partecipare oltre 80 partner in tutto il mondo in una serie di seminari organizzati online in virtù delle disposizioni di sicurezza valide ovunque per contenere il rischio del contagio da Covid-19. Sei, per la precisione, gli incontri virtuali su una piattaforma multipla che hanno visto intervenire esperti all’avanguardia nella ricerca su malattie epatiche, immunologia, nutrizione, trapianti e oncologia.

A livello globale sono milioni le persone a rischio di sviluppare malattie del fegato potenzialmente fatali come la NAFLD (la malattia del fegato grasso non alcolica) e la sua forma più grave, appunto, la NASH, che insorgono nel momento in cui il grasso continua ad accumularsi nelle cellule del fegato generando infiammazione e lesioni alle cellule stesse. Tra i sintomi, seppur non facili da individuare, ci sono l’affaticamento e il dolore all’addome: proprio per questo motivo può capitare spesso che i pazienti non si rendano bene conto delle loro condizioni fino a quando la malattia non è già in stato avanzato.

Oltre a essere la seconda causa principale di trapianto di fegato negli Stati Uniti, inoltre, la NASH rappresenta un fattore di rischio per molte altre patologie metaboliche come obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. In più, quando non gestita in maniera adeguata, la steatoepatite non alcolica genera complicanze come cirrosi, cancro al fegato, da cui poi trapianto e, nei casi più estremi, il decesso del paziente. Un quadro che, in questo periodo, è reso ancor più complicato dalla pandemia in corso che aggiunge ulteriori rischi a quelli già collegati a questa patologia.