Focus 19 Ottobre 2020

Gestione del paziente e nuovi approcci terapeutici
Esperti a confronto oggi nell’EPAday online

di Emiliano Magistri

Affrontare la gestione del paziente a lungo termine, dal lato patologico alle complicanze chirurgiche, senza dimenticare il ruolo delle terapie immunosoppressive e la lotta al virus dell’epatite C. Sono solo alcuni dei temi al centro della due giorni formativa targata EPATeam“Il trapianto di fegato oggi, nell’interazione tra centro trapianti e territorio”, dedicata a 500 utenti, dai chirurghi agli infermieri, passando per anestesisti, gastroenterologi e pediatri.

Due eventi EPAday in programma oggi, giovedì 22, e martedì 27 ottobre con l’obiettivo di fornire uno sguardo a 360° sull’attività trapiantologia nell’epoca del Covid, il follow up del paziente e le nuove tecnologie di intervento come l’utilizzo della macchina da perfusione per mantenere gli organi fuori dal corpo prima di venire trapiantati. Due cicli di incontri dei quali abbiamo fornito una presentazione insieme alla professoressa Patrizia Burra, coordinatrice scientifica dell’evento e direttrice dell’UOSD “Trapianto Multiviscerale” dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Un modo anche per capire in che modo la rete trapiantologica italiana abbia reagito ai mesi del lockdown e come stia reagendo in questi giorni caratterizzati dall’ormai conclamata nuova ondata della pandemia.

La professoressa Patrizia Burra

“Siamo molto soddisfatti di questo appuntamento perché, nei fatti, stiamo proseguendo il percorso già avviato – spiega la professoressa – L’idea poi di allargarlo all’area del Triveneto è stata preziosa per coinvolgere non solo i centri di Padova e Verona, ma anche quello di Udine. Speravamo, in origine, di poter gestire gli incontri in presenza, ma viste le cause di forza maggiore, per consentire a tutti di presentare i propri interventi, abbiamo deciso di spalmare l’evento su due giorni così da garantire spazio a informazioni e confronto”.

Uno dei temi centrali di questi EPAday sarà il cosiddetto ambulatorio di transizione: “Quando si parla di trapianti di fegato è fondamentale includere in questo ambito anche i bambini. Questo progetto prevede un vero e proprio follow up del piccolo che, crescendo, viene gradualmente spostato dall’ambulatorio pediatrico a quello di riferimento degli adulti, continuando a essere costantemente seguito da specialisti che si scambiano relazioni e informazioni sulla sua storia”. I report del Centro nazionale trapianti pubblicati negli ultimi mesi hanno lanciato segnali incoraggianti in merito ai numeri collezionati lo scorso anno e alla capacità di resistere all’ondata del Covid: che sensazione si ha però dall’interno? “I mesi della pandemia sono stati complicati – spiega – l’attività si è inevitabilmente ridotta, ma non per mancanza di sicurezza, semplicemente perché non potevano essere garantiti letti in terapia intensiva per i pazienti che si sarebbero dovuti sottoporre al trapianto. Stesso discorso per quanto riguarda le donazioni“. Però poi un recupero c’è stato: “La rete ha retto e siamo convinti che entro la fine dell’anno non ci sarà una differenza così netta rispetto a quanto previsto”.

Complice anche la notizia del premio Nobel per la Medicina, assegnato le scorse settimane ai tre ricercatori che hanno scoperto il virus dell’epatite C, anche questo sarà uno degli argomenti sul tavolo dei relatori. E della stessa professoressa Burra: “Negli ultimi cinque anni, grazie ai nuovi farmaci, abbiamo visto una massiccia riduzione delle liste di attesa, nonostante siamo ancora alle prese con casi di epatocarcinoma da epatite C. Purtroppo il virus è ancora all’origine di complicanze come la cirrosi che, spesso, portano al tumore: molte cure hanno permesso a diversi soggetti di diventare negativi al virus, pur non esentandoli dal rischio del cancro”.

L’Oms continua a indicare il 2030 come limite per l’eradicazione del virus, tuttavia qui in Italia siamo ancora alle prese con il problema del sommerso. Molti progetti sono stati avviati per individuare i pazienti che, a loro insaputa, possono aver contratto il virus (si pensi ad esempio all’iniziativa nelle carceri). Che percentuali abbiamo di centrare questo obiettivo? “Questi mesi di Covid potrebbero rivoluzionare un po’ gli obiettivi, in particolare dal punto di vista epidemiologico – conclude – Per quanto ci riguarda, già da tempo, in collaborazione con la Croce Rossa abbiamo avviato un protocollo che prevede il test salivare gratuito a tutti i cittadini per verificare se siano portatori o meno di Hcv. I positivi che avevamo individuato, già da febbraio avevano iniziato la terapia antivirale: speriamo di poter ricominciare il prima possibile”.

Partecipare ai webinar è semplice e gratuito. Sarà sufficiente collegarsi al sito fad.planning.it/epadaytriveneto, registrarsi e seguire le istruzioni indicate. Dal 28 ottobre al 31 dicembre sarà poi disponibile il questionario ECM.

SCARICA il programma dei due webinar