Focus 03 Marzo 2020

Donazioni e trapianti, numeri in crescita nel 2019
Sono stati oltre 4mila gli interventi effettuati

Oltre 4mila interventi effettuati a fronte di una disponibilità alla donazione degli organi inferiore a quanto sarebbe necessario. Sono alcuni dei dati contrastanti che emergono dal Report relativo all’attività del 2019 presentato a Roma dal Centro nazionale trapianti.

Se infatti l’anno ormai trascorso è stato il secondo migliore di sempre per mole di operazioni e liste d’attesa in costante riduzione, ancora una volta quasi un terzo delle persone che si sono trovate davanti alla richiesta di donare ha risposto no. Stesso discorso per coloro che hanno espresso la volontà attraverso il rinnovo della carta d’identità.

È quello del rene il trapianto più eseguito: 2.137 gli interventi in questione per un aumento dello 0,6% rispetto al 2018. Il fegato è il secondo organo più trapiantato, con 1.302 interventi per un +4,5%: seguono poi il polmone (+6,3%) e il cuore (+5,2%), mentre rimangono stabili i trapianti di pancreas (42 a fronte dei 41 dell’anno prima) e, a tre anni di distanza dall’ultimo, è stato effettuato un nuovo trapianto di intestino. In base al Report, cresce l’attività di prelievo “a cuore fermo”, cioè dopo dichiarazione di morte con criteri cardiaci e non encefalici: i donatori utilizzati nel 2019 sono stati 64 contro i 47 dell’anno precedente, grazie ai quali sono stati realizzati 155 trapianti (nel 2018 erano stati 100).

Torino si conferma il centro d’eccellenza nazionale, con 360 trapianti effettuati, seguito da Padova (335) e Bologna (256). Il fatto di aver assistito a interventi praticati in 42 ospedali italiani ha comportato un impatto notevole sulle liste d’attesa, calate anche quest’anno. I pazienti che attendono un trapianto (dati al 31 dicembre 2019) sono 8.615, la maggior parte dei quali aspetta un rene (6.460, -4,1% rispetto al 31 dicembre 2018). La diminuzione più significativa riguarda la lista del cuore (670 pazienti, -5,8%), mentre si registra un aumento nella lista del fegato (1.031 pazienti, +6,7%).

In forte crescita l’attività di donazione e trapianto anche nel campo dei tessuti e delle cellule staminali emopoietiche. Le donazioni di tessuto registrate nel 2019 sono state 13.854 (+2,3%), con un aumento ancora più marcato per le cornee (+4,1%). Di conseguenza, i trapianti sono cresciuti dell’8,1%: 17.801 quelli realizzati lo scorso anno, mai così tanti. Segno più anche per quanto riguarda le cellule staminali emopoietiche: crescono sia le donazioni (+23,5%) che i trapianti da donatore non consanguineo (+1,3%), che sono stati 859, il numero più alto mai realizzato in Italia.

Grazie al sistema di registrazione collegato alla carta d’identità elettronica, crescono ancora le dichiarazioni di volontà alla donazione espresse in vita dai cittadini. Il 31 dicembre 2019 erano 6.936.583 le dichiarazioni custodite nel Sistema informativo trapianti, ma a fine febbraio 2020 è stata superata quota 7 milioni e 300mila: complessivamente quasi 5 milioni 600mila favorevoli e poco più di 1 milione 700mila contrari.

Nel solo 2019 le dichiarazioni registrate nei 6.361 Comuni in cui è attivo il servizio (copertura del 92,5% della popolazione nazionale) sono state 2.404.867, in aumento del 22,9% rispetto all’anno precedente. I consensi sono stati il 67,5%, le opposizioni il 32,5%, con un lieve aumento dei no (+0,2% in confronto al 2018). Esattamente come per quanto riguarda le opposizioni rilevate nelle rianimazioni, anche il dato delle opposizioni registrate nei Comuni vede una forte differenza tra Nord e Sud: i risultati migliori sono quelli della Provincia autonoma di Bolzano (solo il 7% di no) e della Valle d’Aosta (18,9%), i peggiori quelli di Sicilia (42,1%), Calabria (40,7%) e Campania (40,3%). Di contro, nel 2019 la percentuale delle opposizioni è aumentata in quasi tutte le regioni settentrionali (+4,1% di no in Liguria, +3,1% in Emilia Romagna, +2,5% Piemonte, +2,1% in Veneto e Toscana, +1,4% in Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Provincia di Trento), mentre si registrano miglioramenti in quelle meridionali (-3% di no in Campania, -2,6% in Puglia, -2,1% in Calabria.