Focus 02 Settembre 2020

Donazioni a cuore fermo e battente, l’attività di perfusione d’organo tiene nella prima metà del 2020

L’attività di donazione Dcd (a cuore fermo) è rimasta stabile nonostante le limitazioni che l’emergenza Covid-19 ha provocato nelle strutture ospedaliere italiane. Lo conferma il resoconto di Sistema informativo trapianti, Centro nazionale trapianti e ministero della Salute, sul Programma nazionale “Tecniche di perfusione degli organi nell’ambito delle attività di trapianto” relativo al primo semestre 2020.

Nonostante i centri più attivi siano quelli delle regioni maggiormente colpite dalla pandemia, a fronte della diminuzione del numero di potenziali donatori con accertamento cardiocircolatorio, la percentuale di utilizzo è aumentata in particolare proprio per le donazioni a cuore fermo. Tuttavia emerge la necessità di studiare nuove strategie per preservare gli organi così da aumentare l’efficienza del processo di donazione Dcd, nonché l’esigenza di condividere con la comunità scientifica gli outcome dei trapianti effettuati e le motivazioni di non utilizzo. Come si legge nel report, infatti, “i dati di perfusione ex situ di organi marginali Dbd (a cuore battente, ndr) sono con molta probabilità sottostimati per mancato inserimento del dato nel sistema. Per questo si sollecitano i Crt a condividere la metodologia e le finalità del Dataset con tutti i centri di trapianto della propria regione, indipendentemente dalla partecipazione a programmi Dcd”. Ma andiamo per ordine.

Nel periodo 1 gennaio – 30 giugno 2020 sono stati segnalati 39 potenziali donatori Dcd. Rispetto allo stesso periodo del 2019, come detto, si è registrato un calo negli accertamenti legato alla pandemia stimato al -32,7%. Dei 35 accertamenti con consenso, i donatori utilizzati sono stati 21, mentre aumenta la tipologia di quelli controllati (84%, per i quali cioè sia stata accertata la morte per assenza di respirazione irreversibile e che risulti idoneo alla donazione di organi e tessuti) rispetto a quelli non controllati (27%, cioè quelli nei quali la morte cardiaca avviene in modo improvviso, solitamente al di fuori dell’ospedale o in Pronto Soccorso). Ammontano a 68 gli organi prelevati da questi donatori e a 48 quelli trapiantati.

Le percentuali di utilizzo degli organi rispetto a quelli prelevati risultano essere più alte nei donatori Dcd controllati, in modo più marcato rispetto allo scorso anno, mentre la percentuale totale di utilizzo degli organi da Dcd risulta superiore a quella del primo semestre 2019 (71% rispetto al 61%).

Diverso il quadro per le donazioni Dbd. Rispetto al 2019, il calo si attesta al 50%, visto che su un totale di 10 segnalazioni i donatori utilizzati sono stati 6. La percentuale degli utilizzati rispetto ai segnalati è del 60%, con 24 organi prelevati e 17 trapiantati. La maggior parte dei potenziali donatori Dbd in Ecmo (l’Ossigenazione extracorporea a membrana), pari all’80%, è stata registrata nel dataset, mentre le schede d’organo inserite sono state solo il 43% del totale degli organi prelevati: su 156 trapianti effettuati nell’ultimo triennio, il 70,5% ha almeno un follow up registrato.

Gli organi di questa categoria che sono stati perfusi nel primo semestre del 2020 sono stati 26 con una percentuale di utilizzo dell’88% per il rene, 75% per il cuore e 100% per fegato e polmone.

SCARICA il resoconto di Sit, Cns e ministero della Salute